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Noi crediamo nella parola

Un sasso gettato in uno stagno suscita onde concentriche che si allargano sulla superficie, coinvolgendo nel loro moto, a distanze diverse, con diversi effetti, la ninfea e la canna, la barchetta di carta e il galleggiante del pescatore. Oggetti che se ne stavano ciascuno per conto proprio, nella sua pace o nel suo sonno, sono come richiamati in vita, obbligati a reagire, a entrare in rapporto tra loro. Altri movimenti invisibili si propagano in profondità, in tutte le direzioni, mentre il sasso precipita smuovendo alghe, spaventando pesci, causando sempre nuove agitazioni molecolari. Quando poi tocca il fondo, sommuove la fanghiglia, urta gli oggetti che vi giacevano dimenticati, alcuni dei quali ora vengono dissepolti, altri ricoperti a turno dalla sabbia. Innumerevoli eventi, o microeventi, si succedono in un tempo brevissimo. Forse nemmeno ad avere tempo e voglia si potrebbero registrare tutti, senza omissioni.
Non diversamente una parola, gettata nella mente a caso, produce onde di superficie e di profondità, provoca una serie infinita di reazioni a catena, coinvolgendo nella sua caduta suoni e immagini, analogie e ricordi, significati e sogni, in un movimento che interessa l’esperienza e la memoria, la fantasia e l’inconscio e che è complicato dal fatto che la stessa mente non assiste passiva alla rappresentazione, ma vi interviene continuamente per accettare e respingere, collegare e censurare, costruire e distruggere.

Gianni Rodari, Grammatica della fantasia (1973).

Nel castello di Pierina vivono molte parole. Parole già sentite, parole nuove, parole difficili, parole auliche, parole brutte, parole strane e straniere, parole in dialetto, parole inventate, parole poetiche, parole tecniche, parole che volano, parole pesanti come pietre, parole leggere come il fruscio delle foglie scosse dal vento, parole dal suono graffiante, parole dal suono dolce, parole che evocano, parole che provocano, parole che comunicano, parole che disgustano, parole che esprimono, parole non parole.

Nel castello di Pierina fioriscono i nasturzi, ma negli interstizi di sasso non è raro trovare inflorescenze di caccole di bambini e di cacchette di pipistrello; nel castello di Pierina sgorga succo arcobaleno e si diffondono effluvi celestiali, ma scorre anche sangue nero e gocciola il sudore ghiaccio della paura e quello acido della fatica; nel castello di Pierina svolazzano farfalle agili e leggiadre dai mille colori, ma è anche possibile imbattersi in rozzi simeni dal passo scimmiesco; nel castello di Pierina si può precipitare giù, in fondo, negli oscuri abissi dell’anima, a grattar dov’è la rogna, ma neppure troppo di rado si sale fin lassù, nei vortici danzanti dell’amore, a riveder le stelle.

Insomma, noi crediamo nella parola. In tutte le sue forme e in tutte le sue sfumature semantiche. Crediamo in Dante (forse un po’ di più) e in Petrarca (forse un po’ meno), crediamo nelle pisciate spettrali di Walter Moers e guardiamo nello Specchio di Galadriel di Tolkien. Abbiamo una passione smisurata per la lingua italiana e sosterremo sempre e comunque il valore pedagogico della parola, del suono, dell’insieme di fonemi che produce poesia e accende la fantasia. Siamo convinti (e ne parleremo spesso) che una sana linguistica educativa non possa nascondere al bambino (e all’individuo in generale) la bellezza della nostra lingua, appiattendola su una amorfa mediocrità. L’uomo deve incontrare la meraviglia, non esserne tenuto all’oscuro. E la parola, a volte, genera meraviglia e stupore.

Il castello di Pierina è per chi vuole meravigliarsi e stupirsi, ancora.

2 comments to Noi crediamo nella parola

  • Valentina

    Aprire il portale del castello di Pierina, chiudersi dentro e tirare un sospiro – o forse ricordarsi che era meglio munirsi di spada e drago da compagnia prima di varcare la soglia. Ma ora sono dentro. Sono in un altro mondo, nel mondo delle parole e della fantasia. E piove su di me quello stesso mondo sotto cui vorrei bagnarmi ogni giorno.
    “io credo nella parola! ci credo! ci credo!!, in tutte le sue sfumature e in tutta la sua magia”, perchè ogni volta che diciamo: – io non credo nella parola – c’è un pipistrellino, da qualche parte, che resta fuori dal magico castello di Pierina.

  • Simone Fornara

    Cara Valentina,
    benvenuta nel castello di Pierina. E ricorda che a volte i pipistrellini-parole volano via dal castello per trasmettere un po’ di magia anche nel mondo oscuro che c’è fuori. Poi tornano, un po’ stanchi e impauriti, ma contenti per aver compiuto l’ennesimo volo. L’importante è che al ritorno trovino sempre la porta – il portale – aperta. Grazie e ciao!

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